
C’è una domanda importante che molti si pongono quando valutano di iniziare una psicoterapia. Come scegliere il terapeuta giusto?
Considerando che esistono tanti modelli teorici e proposte terapeutiche, può essere complesso orientarsi. Una prima distinzione va fatta tra la psicoterapia e l’analisi, entrambe operano nel campo della salute mentale, ma si differenziano principalmente per approccio e scopo. La psicoterapia si riferisce a metodi terapeutici utilizzati per trattare una varietà di problemi emotivi, comportamentali e relazionali, attraverso la terapia cognitivo comportamentale, la terapia centrata sul cliente, la terapia familiare e molte altre. L’analisi si concentra sull’indagine approfondita dell’inconscio del paziente, per acquisire consapevolezza dei pensieri, dei sentimenti e delle motivazioni inconsce che influenzano il comportamento.
Davanti a così tanti orientamenti teorici, quale è il miglior modello terapeutico perché la psicoterapia sia efficace?
Nel tentativo di trovare una risposta, negli ultimi 50 anni, sono stati fatti molti studi statistici che hanno confrontato dati che hanno considerato grandi numeri di pazienti e, se in generale i risultati hanno dimostrato l’efficacia della psicoterapia, in particolare, si è riconosciuto che non è possibile dare una risposta univoca in quanto ci sono troppe variabili e i fattori coinvolti sono tanti: i tipi di disturbi, la soggettività dei pazienti, i diversi metodi, la personalità e la formazione di ogni terapeuta.
Nei differenti approcci i contributi dello psicoterapeuta possono cambiare: in quello analitico si è orientati a esplorare le circostanze e gli eventi dell’infanzia e le loro ripercussioni sul presente; nel modello cognitivo comportamentale si identificano quei pensieri erronei che condizionano le emozioni e i comportamenti; nel contesto umanistico si stimola a contattare quella parte più sana e propositiva per superare dei blocchi, e così via.
Un aspetto in comune a tutti gli approcci terapeutici è quello di contribuire a portare un senso e una coerenza alla storia di vita personale, un supporto per comprendere i propri sentimenti ed emozioni, l’incidenza che possono avere avuto alcuni eventi, le conseguenze di possibili traumi, come si sviluppano le relazioni e cosa possono rappresentare certi comportamenti. Il setting terapeutico può essere anche uno spazio in cui riflettere sulle incertezze del futuro e su possibilità progettuali, confrontarsi sul timore di sbagliare e fallire, su come gestire la frustrazione e, invece, sentire la forza delle proprie scelte.
In ogni caso, si capisce se si è trovato lo psicoterapeuta giusto quando si sente che si sta comprendendo il proprio vissuto, trovando un’elaborazione che stimola ad attuare quei cambiamenti che contribuiscono a dare un senso e a migliorare la propria vita. A volte può servire anche confrontarsi con diversi approcci, in quanto ogni terapeuta può avere un contributo da dare.