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Narciso – Caravaggio

Si parla spesso di narcisismo come del disturbo di cui è affetto chi nutre un eccessivo amore per sé stesso e manca di interesse e di sentimenti verso gli altri. Tutti conosciamo l’origine di questa definizione tratta dal mito di Narciso, un bellissimo giovane di cui si era innamorata la ninfa Eco, che non aveva voce e poteva solo ripetere le ultime sillabe delle parole altrui. Narciso, infastidito da quell’amore che non corrispondeva, respinse duramente Eco; per questo fu condannato dagli dei a   innamorarsi della sua stessa immagine.  Un giorno, Narciso, osservandosi nelle acque di una fonte, vide riflessa la sua immagine e se ne innamorò al punto da non riuscire più a lasciare quel luogo fino a morirne. 

Prendendo spunto dal mito, i narcisisti si caratterizzano per un esagerato senso di importanza personale, una continua ed eccessiva richiesta di ammirazione, la preoccupazione per il successo personale e la ricerca di relazioni con persone considerate popolari. Spesso tendono ad usare gli altri per i propri obiettivi e sono incapaci di riconoscere i bisogni e le emozioni di coloro che gli sono vicini. 

Importante è precisare che il narcisismo non si esaurisce in una descrizione delle caratteristiche dei sintomi, in quanto è un disturbo che si manifesta in un range che, a seconda dell’intensità, può determinarne la gravità.

Avere attenzione per il proprio benessere, il desiderio di mostrarsi al meglio, può essere sano e sintonico con le relazioni personali, familiari e professionali. Al contrario, l’incapacità di spostare l’attenzione da sé, la costante ricerca di ammirazione, l’enfasi solo sul proprio interesse possono essere la manifestazione di un disturbo.

Chi di noi, leggendo queste caratteristiche, non riconosce qualcuno dei propri conoscenti, o anche se stesso, soprattutto in questa epoca in cui i social stimolano a proporre fino all’esasperazione un’immagine di sé positiva e vincente? 

La dimensione virtuale in cui si presentano immagini costruite rende più complessa la possibilità di contattare gli aspetti personali veri, intimi e profondi. E se non si riesce a incontrare sé stessi, come è possibile entrare in contatto con un’altra persona?

Chi vuole relazionarsi affettivamente con un narcisista può sentirsi come la ninfa Eco, scoprirsi condannata all’inconsistenza di ripetere solo una voce, in quanto, questi, concentrato solo sulla costruzione di un’immagine esteriore, può mancare di ogni empatia e profondità di sentimenti. Il narcisista ha paura dell’intimità perché essa significa esporsi: di un incontro con l’altro può rappresentare quello specchio in cui non vedere più solo se stesso e che può svelare l’artificiosità delle proprie sovrastrutture, costringendolo a confrontarsi con la propria complessità.

Come è possibile riuscirci? Ricordare che, etimologicamente, il termine “narciso” significa anche torpore, potrebbe indicare che occorre risvegliarsi, riconoscendo le proprie fragilità, paure e quel senso di abbandono, vissuto forse nell’infanzia, che ha indotto il ricorso a un esaltato senso di sé. Solo a questo punto può essere possibile incontrare l’altro autenticamente, per scoprire l’affettività e l’amore.