“Che i vostri alimenti siano anche i vostri rimedi” Ippocrate
Come riportato nei siti dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, dell’Istituto superiore di sanità e del Ministero della salute, nutrizione e salute sono strettamente correlati.
La dieta è fondamentale per mantenere una buona salute in quanto gli alimenti ci forniscono quelle sostanze, che assimilate, servono al mantenimento delle nostre funzioni vitali.
Per questo è importante prestare attenzione a variare il più possibile la scelta degli alimenti e alla qualità dei cibi che mangiamo.
I principi generali da seguire riguardano: preferire alimenti da coltivazioni biologiche e, quando possibile, integrali; frutta e verdura di stagione; evitare i cibi conservati; limitare gli zuccheri semplici; ridurre i grassi animali, i cibi insaccati, il latte e i formaggi; aumentare il consumo di proteine vegetali.
Medici, nutrizionisti, naturopati e operatori della salute in generale spesso si occupano anche di stimolare un’educazione alimentare. Avere consapevolezza di quello che mangiamo e dei suoi effetti sul nostro organismo rappresenta uno strumento di prevenzione per la protezione della salute.
Nell’applicazione di questi principi e tra gli specialisti nutrizionisti ci possono essere vari orientamenti sui regimi da consigliare. Ne esaminiamo qualcuno.
La dieta macrobiotica
“La macrobiotica è l’applicazione alla vita giornaliera dei principi filosofici orientali,
la messa in atto di una concezione dialettica dell’universo,
che indica la via della felicità attraverso la salute.
Questa strada è aperta a tutti, ricchi o poveri, sapienti o ignoranti; essa è semplice.”
George Ohsawa
Il termine ‘macrobiotica’ significa ‘lunga vita’ o ‘grande vita’ riferendosi a dimensioni temporali e spaziali di un regime alimentare e di uno stile di vita che può contribuire a un miglioramento complessivo della qualità della vita. I suoi principi si ispirano alla cultura e alla filosofia orientali, per cui richiede un cambiamento di abitudini e una modifica dell’approccio dietetico in quanto nella macrobiotica l’alimentazione svolge un ruolo centrale nell’equilibrio tra corpo e mente. Prendendo spunto dall’alimentazione dei monaci buddisti, nella seconda metà del secolo scorso, il giapponese Georges Ohsawa ne stabilì i principi, ispirandosi alla medicina orientale taoista, per la quale gli alimenti appartengono a due grandi gruppi: Yin (acidi) e Yang (alcalini). Nell’alimentazione macrobiotica gli alimenti appartenenti a questi due gruppi si equilibrano e attraverso una nutrizione bilanciata e sana viene mantenuto il benessere dell’organismo.
Un eccesso di consumo di cibi yin, privilegiati nella nostra comune alimentazione, come carni grasse, insaccati, uova, formaggi, zuccheri, alcolici, caffè e fritture induce l’organismo a consumare minerali, come calcio e magnesio, per rimediare all’eccessiva acidificazione e questo può causare molte comuni malattie. Si comprende, quindi, come l’alimentazione macrobiotica possa risultare impegnativa per i ritmi di vita della nostra quotidianità e richiedere dei cambiamenti che possono sembrare difficoltosi.
In generale la dieta macrobiotica è essenzialmente vegetariana, anche se può comprendere alcuni prodotti animali, come ad esempio il pesce. Come accennato, bisogna eliminare i cibi sofisticati, i grassi animali, lo zucchero e gli alcolici; sono da preferire gli alimenti di produzione più semplici e naturali.
La dieta prevede il consumo di cereali integrali, legumi e verdure (ad eccezione dei pomodori, delle patate e delle melanzane), piccole quantità di frutta, preferibilmente di stagione e di produzione locale. Importante seguire con accuratezza i suoi principi per averne i benefici, in quanto, se seguita in modo sommario e approssimativo, può portare a carenze e squilibri dal punto di vista nutritivo e causare, paradossalmente, dei rischi per la salute.
Si riporta un elenco degli alimenti consigliati in questo approccio alimentare.
Cereali: riso, orzo, grano, grano saraceno, miglio, preferibilmente integrali, e prodotti derivati come pane e pasta.
Verdure, tranne quelle della famiglia delle solanacee (pomodori, peperoni, melanzane e patate), e alghe (wakame, kombu, nori nori).
Legumi: ceci, fagioli, piselli e lenticchie.
Frutta fresca, da mangiare soprattutto nei periodi caldi.
Semi di sesamo, di girasole e di zucca (preferibilmente tostati), nocciole e noci.
Condimenti: sale marino, zenzero, aceto di mele, succo di limone e di mela, gomasio, shoyu e tamari, miso (riso e orzo fermentati) e umeboshi (prugne salate). Per dolcificare si usa il malto.
Regimi proteici
Negli ultimi anni sono di gran moda i regimi alimentari che riducono il consumo di carboidrati e prediligono un alto apporto alimenti proteici. Queste tipologie di dieta, quando non hanno un orientamento vegetariano, prevedono il consumo di elevate di proteine di origine animale (carne, pesce, uova) e hanno avuto un notevole seguito come regimi dimagranti in quanto essendo iperproteiche e prive di zuccheri consentono un rapido calo di peso.
Gli approcci di queste diete sono molto simili, con qualche variante, per cui possono prevedere da una riduzione fino ad una eliminazione dei carboidrati e degli zuccheri in generale, nella categoria vengono considerati anche i legumi. Orientando sulla scelta, in grandi quantità, di carne, pesce, uova e, talvolta, i formaggi stagionati. In alcuni casi è prevista una introduzione di qualche carboidrato o legume o, in altri casi, di assumere una serie di integratori per compensare alcune mancanze di nutrienti.
Esistono anche delle varianti di diete proteiche con versioni vegetariane e vegane, che sostituiscono le proteine animali con fonti vegetali come legumi, cereali integrali e frutta secca.
La dieta dei gruppi sanguigni
La dieta del gruppo sanguigno è un regime alimentare ideato dal dottor Peter D’Adamo, il quale, esaminando gli studi degli antropologi, ha considerato la distribuzione dei quattro gruppi sanguigni 0, A, B, ed AB nel corso dell’evoluzione dell’uomo. Nel corso dei millenni l’uomo si è adattato a diverse condizioni ambientali, climatiche e, quindi, alimentari; per cui nel corso delle epoche il corpo dell’uomo ha subito dei cambiamenti del sistema immunitario che hanno determinato la diversificazione degli antigeni nel sangue. Su questo presupposto il dottor D’Adamo ha considerato che ci sono tipi diversi di alimentazione che possono essere più adatti a seconda del gruppo sanguigno.
Secondo questa teoria, il gruppo 0 è associato ai cacciatori-raccoglitori primitivi; il gruppo A proviene dagli agricoltori del Neolitico; il gruppo B è collegato alle popolazioni nomadi dedite alla pastorizia; il gruppo AB, più recente, combina alcune caratteristiche dei gruppi A e B
Una breve sintesi del suo approccio alimentare si basa su queste indicazioni:
- il gruppo 0 sembrerebbe essere il più antico e avrebbe un sistema immunitario molto reattivo per cui sono consigliabili il consumo di carne e pesce, verdure e legumi; mentre dovrebbe evitare i carboidrati e i latticini.;
- il gruppo A è stato associato allo sviluppo dell’agricoltura, per cui dovrebbe preferire verdura, frutta, legumi, cereali, pesce e uova; da evitare la carne rossa e i latticini;
- il gruppo B può orientarsi verso un’alimentazione varia, con tutti gli altri alimenti da consumare con moderazione, ma escludendo quelli che contengono glutine;
- il gruppo AB potrebbe scegliere una dieta intermedia tra quelle degli altri gruppi.
In ogni caso, bisogna considerare che molti nutrizionisti ritengono che qualsiasi regime alimentare che contempli delle restrizioni di intere categorie di alimenti, se non adeguatamente integrati, potrebbero portare a mancanze di micronutrienti con conseguenze negative sulla salute.
Pertanto, può essere importante seguirle in modo equilibrato e sotto supervisione medica per garantire una corretta nutrizione